sabato 5 novembre 2016

ORNELLA ANGELONI ACCATINO. LA SCRITTURA E' UNA ESIGENZA. LA POESIA E' UN LUSSO.




Ornella Angeloni ha trascorso la sua vita scrivendo, per necessità interiore, ma anche per oggettive esigenze di vita, attraversando con leggerezza e convinzione i più diversi generi letterari, dalla narrativa alla saggistica, per arrivare alla  poesia, con uno stile semplice ed evocativo, nel segno della humanitas e della fusione con la natura. 
Era capace di scrivere un saggio critico come un libro di spiritualismo, o affermarsi come traduttrice, senza mai tradire il proprio stile, chiaro, netto, sincero. Ma è proprio nella composizione poetica che raggiunge la sua massima espressione letteraria, nella parte che la vita tende rendere grigia, a volte, o più riflessiva, rendendola a tutti gli effetti una voce significativa della poesia italiana del secondo novecento. (Ferruccio Ulivi)

Ferrucio Ulivi


SCRIVERE OGNI GIORNO E' UNA SCELTA DI VITA.


Ornella Angeloni (1920-2005) nata ad Avezzano seguendo le missioni governative del padre, Alfredo Angeloni, Commissario Prefettizio, si trasferisce ancora in fasce a Roma, nel quartiere Trieste-Salario, nel quale resterà sino alla morte, che diventerà protagonista della sua ultima opera, postuma, “La donna bifronte” (2016) 80 anni di memorie allo specchio e del romanzo Caffè Ciamei.

 1947 con Enrico Accatino sulla cordonata del Campidoglio

Ha solo cinque anni quando suo padre, inviato in missione come come Prefetto a Fondi, dove si sta svolgendo la Bonifica, muore in una settimana di "febbre perniciosa", dopo aver però scoperto e comunicato alla moglie gravi ammanchi da parte dei federali locali, sollevando dubbi in famiglia sui reali motivi della sua morte. Dubbi che rimarranno, sempre, senza risposta.

Rimane così con la madre Italia Scavizzi e i fratelli più grandi Renato e Maria Elena che ben presto andranno via, l'uno per seguire la strada di magistrato, l'altra di missionaria.

Il nonno era Ragioniere Generale dello Stato, il Bisnonno un nobile toscano capace di disperdere il matrimonio dando alla luce 25 figli, e con la morte del padre la famiglia si trova ad affrontare gravi difficoltà economiche.

Ornella è la nipote del Servo di Dio Pirro Scavizzi (ora in causa di beatificazione) e con lui inizia un intenso percorso nella fede, studia pianoforte con la celebre Maestra Cozzolino, diplomandosi poi con il massimo dei voti al Conservatorio di Santa Cecilia. Ma soprattutto, scrive. Lo fa anche per guadagnare, collaborando con riviste e quotidiani, dove pubblicherà a puntate il suo primo romanzo “La lunga strada bianca”, ambientato nel gelo del Polo. A cui seguirà, nel 1952 "Una linea sulla montagna” romanzo per ragazzi, incentrato sul rapporto tra due fratelli e sulla capacità di lottare per superare le difficoltà e i rischi della vita, che verrà commentato favorevolmente da Massimo Bontempelli su Il Popolo d'Italia che ne coglie la forte vicinanza con l'elemento naturale che sa arricchire di elementi fantastici e favolistici.


Premio Marzotto 1954, con Enrico Accatino alla sua sinistra, con Carlo Levi, Valerio Marani e il pittore Scordia.

Durante la guerra, opera come crocerossina sul fronte di Anzio, esperienza che la segnerà fortemente, e quindi si laurea in letteratura francese, per poi vincere il concorso per insegnante di ruolo, e poter aiutare economicamente la famiglia.

Nel 1945 conosce il pittore Enrico Accatino (1920-2009), con il quale si fidanzerà superando le perplessità della famiglia, che non vedeva di buon occhio un "artista", che poi sposerà, dando vita a un sodalizio di vita e di lavoro che durerà tutta la vita, divenendo la musa del suo periodo figurativa. Dal matrimonio, celebrato a Roma, il 22 ottobre 1951 nasceranno tre figli (Maria Rita, Luigi e Alfredo).

Enrico riesce ben presto ad affermarsi, vincendo nel 1954 il Premio Marzotto per le Arti (al tempo una sorta di Nobel italiano) e poi inizia a collaborare con la Rai, andando in onda con le trasmissioni di Non è mai troppo tardi e Telescuola (600 registrazioni), responsabile e conduttore delle lezioni televisie di educazione artistica, materia che di fatto rielabora e rende moderna, contribuendo a scrivere il testo base per la riforma della Scuola Media del 31 dicembre del 1962.

Ornella Angeloni in un ritratto del marito nel 1956


Ornella affianca l’insegnamento alla scrittura, collabora con Il Tempo, poi con La Fiera Letteraria e Orizzonti Letterari, scrive una sceneggiatura, due radiodrammi, inizia un nuovo romanzo, frequentando il meglio della nuova letteratura (Michele Prisco, Goffredo Parise, Mario Pomilio, Gino Montesanto, Alfonso Gatto) quando la Casa Editrice Carlo Signorelli di Milano, propone a Enrico e a Ornella di scrivere il nuovo manuale di educazione artistica del post-riforma.

Enrico e Ornella iniziano a collaborare e insieme realizzeranno un grande successo come Forma Colore e Segno (il libro più venduto con la "Storia dell’Arte" di Argan nel dopoguerra nel settore artistico) e decine di volumi e pubblicazioni su tema, confermandosi come la coppia di punta della letteratura divulgativa, tanto che lascerà l’insegnamento per dedicarsi alla scrittura (Una madre di nome Maria, tradotto in numerose lingue) e alla traduzione dal francese e dallo spagnolo, aggiudicandosi nel 1979 il Premio Roma.

 
 
LA POESIA. 
SE NON CI FOSSE BISOGNEREBBE INVENTARLA.
 
Eppure, non basta. Al lavoro di routine Ornella inizia ad affiancare la ricerca poetica, nata anche dalla lunga frequentazione con la poetessa Rosella Mancini. Sono gli anni ’90, ha già terminato la prima stesura del volume “La Donna Bifronte”, ha superato difficoltà fisiche, una operazione in Svizzera che l'ha portata a un passo dalla morte, e inizia a scavare nella memoria e nel presente. Scriverà parlando dell'avvicinamento alla poesia: "mi sei è spalancata una porta e sono uscita fuori a bere la luce. La natura mi ha accolto..."



Nel 1998 esce il volume Mosaico di Sassi che viene accolto molto positivamente dalla critica e che le fa conquistare la stima del Professor Ferruccio Ulivi che le scriverà più volte: “…la poesia non è utopia. La poesia è vita e la capacità di fermare istanti nel tempo. Ornella Angeloni riesce a farlo con una tale maturità e con una tale naturalezza, da far sembrare stucchevoli anche versi ben più famosi, presentandosi al pubblico italiano come un talento sbocciato nel pieno della maturità, ma destinato a rimanere nel tempo.
Ormai anziana, nel 2000 pubblica “Cerchi d’Acqua - Pensieri non in prosa" dove continua la sua esplorazione nel tempo, anche se pare prendere atto che la poesia abbia ormai perduto la sua funzione sociale, e che quindi sia solo un percorso necessario per trasferirsi, come naufraghi, messaggi e ricordi.
Un tumore ai polmoni la coglie all’improvviso. Morirà nella sua casa di Via Chiana nell'autunno del 2005. Quattro anni dopo morirà anche Enrico.


(Conferenza La poesia è donna, Roma 2009)